Comunità sri lankese in Italia

Ci sono 104.688 cittadini srilankesi titolari di un permesso di soggiorno valido al 1° gennaio 2020, pari al 2,9% dei regolarmente soggiornanti in Italia.

Analizzando le principali caratteristiche demografiche dei cittadini srilankesi regolarmente soggiornanti in Italia al 1° gennaio 2020, si registra:

  • un lieve squilibrio di genere: con una percentuale femminile pari a 47,3%, valore leggermente inferiore a quello rilevato sulla complessiva popolazione non comunitaria (49%);
  • un’età media superiore a quella rilevata sul complesso dei cittadini non comunitari: gli srilankesi in Italia hanno infatti mediamente35 anni, uno in più della media del totale dei non comunitari che è di 34.

In riferimento alla distribuzione territoriale, la comunità si caratterizza per una presenza nel Mezzogiorno superiore alla mediano comunitaria: più di un cittadino srilankese su 4 si trova in tale area del Paese(26,2%) a fronte del 14,4% della complessiva popolazione non comunitaria. Spicca in particolare la concentrazione in Campania, seconda regione per presenze srilankesi (13,4%) e in Sicilia (11%). Più della metà dei cittadini srilankesi è insediato nell’Italia settentrionale (a fronte del 61,1% dei non comunitari complessivamente considerati) ed è qui che si trovano le altre due regioni con maggiori presenze srilankesi: la Lombardia, con il 31% e il Veneto (12,8%). Poco meno di un cittadino srilankese su cinque si trova nell’Italia centrale, dove spicca, in particolare la presenza nel Lazio (11,5%).

Un’analisi dei permessi di soggiorno mette in evidenza l’avanzato processo di stabilizzazione della comunità sul territorio; in particolare la quota di lungo soggiornanti (titolari di permessi di soggiorno non soggetti a rinnovo) al suo interno risulta sensibilmente superiore alla media: 66,1% a fronte del 63,1%. Inoltre, tra i permessi a scadenza prevalgono, come motivazione di rilascio, i ricongiungimenti familiari, che interessano più della metà dei titoli soggetti a rinnovo dei migranti appartenenti alla comunità (52,6% a fronte del 46,7% dei non comunitari). Superiore alla media dei non comunitari anche l’incidenza dei permessi per motivi di lavoro, il 44% circa a fronte del 29,4% per i cittadini di Paesi Terziin generale.

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